Scuola e museo archeologico - Famiglia Galiano

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Scuola e museo archeologico

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Alessia Galiano

Scuola e Museo Archeologico
Domanda scolastica e offerta museale in Puglia


Ed. G. Laterza, Bari 1999, pp. 196, £. 25.000





Nato con un primo intento di “verificare l’efficacia della propria attività di guida museale”, il lavoro si è protratto per sei anni, connotandosi di una finalità più ambita e complessa: “conoscere i termini del rapporto domanda scolastica – offerta museale in relazione ai musei archeologici della Puglia”. 
Tale lavoro, che risulta molto articolato, ha avuto il plauso del mondo accademico barese in cui l’autrice ha concluso i propri studi universitari e con cui è stata in costante rapporto nella ricerca. Considerata la rilevanza dell’indagine, la nota casa editrice pugliese Laterza ne ha curato la stampa. 
L’a. nella prima parte mette a confronto la scuola elementare e media inferiore con il museo archeologico. Chiarisce la posizione che il Museo Archeologico può avere nei confronti delle due istituzioni scolastiche che è quello di proporsi come laboratorio di storia e come laboratorio per la percezione visiva e manipolativa. 
Nella seconda parte l’a. rende noto i risultati di un monitoraggio della realtà pugliese, precisa quale metodo di ricerca ha condotto (la campionatura, la formalizzazione, il questionario per gli Studenti, i Docenti delle Suole Elementari e Medie Inferiori e Superiori, i Direttori dei Musei) l’interpretazione dei risultati, l’analisi dei dati e le osservazioni conclusive. 
L’a. chiude il lavoro proponendo, nella terza parte, pagine preziose che riescono a fotografare la realtà pugliese di ben 20 musei archeologici tra “situazione attuale e potenziale” (riferita al 1999, ovviamente), precisandone:

  • Il tipo di attività didattica
  • La storia, i criteri espositivi e percorsi didattico
  • La situazione attuale dell’offerta didattica (attività e strutture fruibili)
  • Le prospettive per l’offerta didattica (strutture e servizi da attivare)

Da allora sono trascorsi 10 anni. Cosa è avvenuto?
 
Nella prefazione, il presentatore, prof. Pierluigi Leone De Castris, notava un certo ottimismo nell’autrice, poichè presagiva una presa di coscienza degli istituti scolastici e dei musei. 
Di esperienze ve ne sono state. Il sottoscritto ha realizzato nel 2007 un progetto di “Archeologia viva” (1° Circolo Didattico di Oria), coinvolgendo la collega del team, un archeologo ed effettuando con gli alunni la visita a tre musei, uno scavo simulato, conclusosi con una mostra espositiva. Quante classi di scuola elementare vi hanno partecipato? Una sola! Le altre due classi parallele hanno rinunciato, soprattutto per ”insensibilità culturale” delle docenti. Il dirigente, molto titubante, a progetto concluso, ha riconosciuto la propria miopia. 
Altre scolaresche hanno fatto simili esperienze (le scuole elementari “C. Monaco” di Oria, “Perasso” di Brindisi, la scuola elementare “A. Manzoni” di Lizzano, il liceo di Grottaglie con lo scavo che ha messo in luce un tratto della via Appia: ciò su sollecitazione e supporto tecnico di alcuni giovani archeologi coraggiosi e lungimiranti che, consociatisi in studio di consulenza turistico-archeologica (nel caso di Oria, Brindisi Lizzano e Grattaglie segnalo lo studio “Damatra”) hanno smosso un po’ le acque, riscontrando peraltro nelle Sovrintendenze una maggiore apertura alla sperimentazione e al laboratorio visivo – percettivo. 
Dispongo di questi pochi dati, però voglio sperare che vi sia una molteplicità di esperienze che andrebbero pubblicizzate e vagliate 
Rilevo però nei docenti e nei programmi scolastici una chiusura a tali proposte culturali e al nuovo modo di fare laboratorio. 
Non si intravedono spiragli certi nelle Indicazioni Nazionali, né nel Ministero della Pubblica Istruzione, né in quello dei Beni Culturali, tanto meno nelle iniziative delle varie istituzioni pubbliche, se non in qualche cooperativa privata, o associazione onlus - tipo Archeoclub. Paradossalmente il nostro Paese dispone di un patrimonio archeologico notevolissimo e non lo sa valorizzare adeguatamente. 
Tornando al testo della dott.ssa Alessia Galiano, ritengo che a 10 anni dalla pubblicazione, esso sia molto attuale, in quanto si propone come primo basilare strumento di informazione e formazione che dovrebbe essere consultato dai docenti e dagli operatori del turismo, i quali riscontrerebbero in quelle pagine la fotografia della situazione al 1999, vari spunti di riflessione e piste da seguire con le proposte dei nuovi “vettori di ricerca” suggerite a pag. 162 e 163. 
Sarebbe interessante verificare cosa è avvenuto in questi anni trascorsi, (e io ha fatto, spero, una breve carrellata di iniziative), dal 1999 al 2008, un decennio; individuare le linee di tendenza sul concetto di “museo” e bene culturale, e impostare per il futuro un’azione coordinata tra le varie istituzioni private e pubbliche. Chi continuerà questa nuova pista di lavoro?  


Angelo (Lino) Galiano



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