Gruber Lilli - Famiglia Galiano

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Gruber Lilli

Recensioni

Lilli Gruber

Eredità
Una storia della mia famiglia tra l'Impero e il fascismo


Ed. Rizzoli, 2012, pp. 356, € 18,50





La giornalista/scrittrice Lilli Gruber parla diffusamente della bisnonna Rosa Tiefenthaler, raccontando le sue vicende personali, familiari e dell’etnia di appartenenza.  Di essa lei valorizza, oltre alla voce della madre e dei familiari più diretti, il prezioso diario personale che funge in questo modo da traccia narrativa. Sono queste testimonianze orali e scritte che consentono alla piccola comunità di appartenenza di sopravvivere nella memoria storica dell’umanità.

Nelle pagine del diario la bisnonna Rosa trasferisce tutta la tensione e la viva partecipazione per l’annosa questione del proprio territorio, una frontiera non ben definita, il Sudtirolo: un lembo di terra tra Austria e Ungheria annesso all’Italia dopo la Grande Guerra ma che successivamente creerà ferite (tuttora non rimarginate) all’etnia originariamente tedesca e per cultura e per lingua.

La sua famiglia benestante ed aristocratica vive il disagio psicologico ed economico di un’appartenenza etnica che il nazismo e il fascismo, legati dal famoso Patto d’Acciaio alle soglie del secondo conflitto mondiale, stentano a definire. La figlia di Rosa, Hella, rivendicherà con spregiudicatezza, subendo il confino politico,  l’integrità etnica e la ricongiunzione fisica con quella tedesca, illudendosi fino alla fine della disponibilità che fa intendere l’ideologia nazista.

Riportando fatti inediti e utilizzando le più svariate fonti documentarie (giornali, archivi anche stranieri, testimonianze, foto d’epoca, studiosi) la scrittrice ci fornisce un quadro storico più aggiornato e completo di quella questione etnica di cui i testi scolastici o articoli riportano solo qualche dato.

Nel libro la scrittrice fonde in un mix armonioso i vari generi: il romanzo storico, la saga, il saggio; durante la lettura ci si accorge non solo della sua felice vena narrativa, ma anche della brillante capacità nel raccordare i tanti tasselli di storia, nell’interpretare i tratti psicologici dei personaggi e nel ricostruire ambienti e scene di vita. In questo modo, racconta in un libro di memoria e di recupero un’eredità familiare e culturale a cui lei si sente di appartenere.

L’incontro tra un sarto di Merano, Rudolf Katz, e la bisnonna Rosa offre a me uno spunto di riflessione; anche se marginale, voglio riportarlo per il sito della mia famiglia. Il sarto nel 1937 aveva  aperto un atelier per uomo e donna. Era un tedesco di origini ebraiche ed era famoso per talento e serietà. Aveva lasciato la Germania nel 1937 per sfuggire ai nazisti, approdando a Merano che era in quel periodo luogo di ritrovo di intellettuali, industriali, alta borghesia di tutta l’Europa. Le maestranze sartoriali ebree succedutesi tra una generazione e l’altra di operatori del settore, erano di grande prestigio per l’alto livello professionale. Nel 1920/21 il mio prozio Cosimo Galiano aveva lavorato alle dipendenze di un sarto ebreo che operava a Muggia, in provincia di Trieste. L’apprendistato di buon livello durato qualche anno gli consentì di aprire un atelier a Mesagne nel 1922 e di operare per alcuni decenni, riverito per serietà e abilità. 


Gennaio 2013


Angelo Galiano



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